Home Ambiente Comunità energetiche rinnovabili (Cer), esperienze e competenze internazionali a confronto

Comunità energetiche rinnovabili (Cer), esperienze e competenze internazionali a confronto

Vincenzo Colla (Copyright: Regione Emilia-Romagna A.I.C.G. – Autore: Ballardini Pietro)

Uno scambio di esperienze, competenze e conoscenze tra diverse realtà europee. Così da favorire la creazione di nuove Comunità energetiche da fonti rinnovabili, le cosiddette Cer, affrontando anche il tema della povertà energetica.
È il progetto europeo che, con l’Emilia-Romagna protagonista, prevede azioni di scambio di esperienze, studi comparitivi delle normative esistenti nell’area del partenariato e azioni di sensibilizzazione per i policy makers e i cittadini. Questo con l’obiettivo di individuare le azioni e gli strumenti possibili per favorire la creazione delle Cer per ridurre i costi dell’energia e impattare meno l’ambiente.

La Regione, nell’ultima seduta della Giunta, ha fatto proprio il progetto Leeway (Leading cooperation towards energy communities policies tackling energy poverty), approvato nell’ambito del Programma Europeo Interreg Central Europe.

Il progetto – della durata complessiva di 36 mesi e coinvolgerà 7 partner provenienti da 6 Paesi del centro ed est Europa – vede la partecipazione dell’Agenzia provinciale per lo sviluppo di Ferrara (Sipro) in qualità di Lead partner e della Regione Emilia-Romagna in qualità di Project partner.
Partecipano anche City of Roeselare (Belgio), Marshal’s Office of Silesia Region, Silesian Government (Polonia), organization Citizen-energy-cooperatives in district of Pfaffenhofen a.d.Ilm (Germania), Municipality of Pfaffenhofen a.d. Ilm (Germania) e Grad Prelog (Croazia)

“Un progetto – dichiara l’assessore regionale alla Green economy, Vincenzo Colla– che va nella direzione della lotta al cambiamento climatico. Una sfida che richiede la sostituzione delle tecnologie energetiche basate sui combustibili fossili con quelle rinnovabili, perseguendo allo stesso tempo l’obiettivo di sviluppo nel garantire l’accesso a un’energia accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti. Sotto questo aspetto l’introduzione delle Cer possono costituire una delle risposte appropriate alla riduzione dei costi e all’adozione di soluzioni sostenibili di cui le comunità potrebbero beneficiare contribuendo anche ad affrontare gli obiettivi energetici dell’Ue come quelli individuati dal Green Deal europeo”.

Viale Aldo Moro ha inoltre approvato lo schema di contratto di “Partnership Agreement” e dei costi, in entrata e uscita, sul bilancio del 2023-2025.

La legge regionale sulle Cer
La legge regionale 27 maggio 2022, n. 5 (promozione e sostegno delle comunità energetiche rinnovabili e degli autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente) individua le “azioni di sistema” e le misure di sostegno e promozione dell’autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche, prevedendo l’erogazione di contributi e strumenti finanziari che accompagnino le comunità dalla costituzione e progettazione, fino all’acquisto e alla installazione degli impianti di produzione e accumulo.
Sono inoltre previste: iniziative di comunicazione, informazione e partecipazione dei cittadini sui temi dell’energia rinnovabile, dell’autoconsumo e della condivisione dell’energia anche in collaborazione con le Agenzie per l’energia; formazione delle professionalità coinvolte; accordi con i Comuni e con l’Anci Emilia-Romagna finalizzati alla diffusione e condivisione delle “migliori pratiche”; il sostegno alla realizzazione di sportelli informativi e al potenziamento degli sportelli territoriali Energia.
La Regione intende supportare tutte le tipologie di comunità energetiche coerenti con la norma ma, per contrastare la povertà energetica e favorire l’inclusione sociale, prevede di concedere contributi maggiori per la costituzione di Comunità energetiche rinnovabili composte da soggetti con fragilità economica, oppure da enti del Terzo settore, enti proprietari di gestione di alloggi di edilizia residenziale pubblica o sociale, o situate in aree montane e interne del territorio regionale o, in alternativa, che realizzino progetti di inclusione e solidarietà in collaborazione con gli enti del terzo settore o con gli enti locali.