Home Speciale salute Per gli Usa Putin vuole portare la guerra in Transnistria

Per gli Usa Putin vuole portare la guerra in Transnistria

Se il fronte a nord-est sembra essersi parzialmente placato e a Kharkiv si respira da qualche giorno un minimo di tranquillità dopo due mesi di bombardamenti costanti, la guerra si incendia a sud e in special modo lungo la linea costiera. Le truppe terrestri di Mosca rimangono distanti da Odessa ma continuano da due settimane a martellarla dall’alto e dal mare. Questa notte la città è stata centrata da una decina di missili: tre di questi, i Kinzhal ipersonici, hanno colpito un albergo, altri sette sono caduti su un centro commerciale; l’attacco ha causato una vittima e diversi feriti. Non è un mistero che Odessa rappresenti il grande obiettivo: la sua conquista consentirebbe al Cremlino di controllare buona parte del Mar Nero e priverebbe l’Ucraina di tutti i porti. Un’eventualità che a tutt’oggi appare remota, perché al di là dei bombardamenti a lungo raggio, l’esercito di Putin non appare in grado di sfondare via terra. Anche per questo, negli ultimi due giorni ha usato sia sottomarini che navi ed aerei per intensificare il conflitto sulla costa meridionale e per colpire la storica città costiera. Ai missili su Odessa guarda con preoccupazione soprattutto la Turchia: se è vero che Erdogan, dal punto di vista diplomatico, è fra i più attivi nel proporre un incontro fra Putin e Zelensky, dall’altro lato per Ankara non sarebbe tollerabile una conquista russa di tutto il Mar Nero settentrionale. Sul tema è intervenuto oggi anche il presidente ucraino, che ha manifestato la propria preoccupazione per il blocco dei porti e per il rischio che lo stop alle esportazioni di grano possa causare una carestia mondiale. “Senza il nostro export agricolo – ha detto da Kiev – decine di Paesi sono già sull’orlo di una carenza alimentare. Più passa il tempo e più la situazione può diventare terribile”. A pagare le conseguenze peggiori potrebbero essere molti stati africani e del Medio Oriente, che dipendono dall’Ucraina e da Mosca per questo genere di prima necessità. “Questa è una conseguenza diretta dell’aggressione russa, che può essere superata solo insieme, da tutti gli europei, da tutto il mondo libero”, ha chiosato Zelensky. Nel frattempo cresce la tensione sul confine bielorusso: Minsk ha ammesso lo schieramento di forze speciali alle frontiere con l’Ucraina giustificandola come una mobilitazione difensiva mentre Kiev vieta tutti gli spostamenti di civili nell’area. L’intelligence americana, per bocca della direttrice Avril Haines, è convinta invece che Putin voglia estendere la guerra anche in Transnistria: “Il presidente russo si prepara ad un conflitto lungo”. Intanto, non si placa la furia attorno alla Azovstal. I soldati ucraini asserragliati all’interno hanno parlato di ben 34 attacchi dal cielo sullo stabilimento nelle ultime ventiquattr’ore. Le notizie sono confuse ma dentro l’acciaieria rimarrebbero ancora un migliaio di soldati, una parte dei quali gravemente feriti. Come ha riferito oggi uno dei consiglieri municipali della città, in ogni caso, “la bandiera ucraina sventola ancora in cima a un edificio dell’impianto siderurgico”. La resa, evidentemente, non è vicina.
(ITALPRESS).