Home Lavoro In regione cresce l’occupazione in attesa della piena ripresa

In regione cresce l’occupazione in attesa della piena ripresa

L’attenuarsi della pandemia, la diffusione della vaccinazione, le misure di sostegno alle imprese introdotte e soprattutto la decisa ripresa dell’attività: grazie a questi fattori, nel terzo trimestre del 2021 si è registrato un rimbalzo anche nel dato degli occupati. E’ quanto attesta uno studio di Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati relativi agli addetti delle localizzazioni di impresa.

A fine settembre 2021, la crescita ha portato al numero di 1.734.170 degli occupati di imprese operanti in Emilia-Romagna ovvero 35.523 in più (+2,1 per cento) rispetto allo stesso trimestre del 2020. C’è peraltro da considerare che, rispetto allo stesso trimestre del 2019, gli addetti risultano ancora inferiori di oltre 9.500 unità (-0,5 per cento).

Nello stesso periodo a livello nazionale l’andamento degli addetti è apparso maggiormente orientato in senso positivo (+2,4 per cento), situazione attribuibile alle regioni del Mezzogiorno.

In particolare, considerando il Nord Italia, emerge come gli addetti nella nostra regione, dopo avere subito flessioni più ampie durante la pandemia e in particolare nel primo trimestre 2021, abbiano avuto un rimbalzo più deciso rispetto a quanto avvenuto in Lombardia (+1,0 per cento), Piemonte (+1,8 per cento) e Veneto (+1,9 per cento), anche se con differenze più contenute.

Dipendenti e indipendenti

Nel trimestre in esame il risultato complessivo è stato determinato dai dipendenti che sono saliti a 1.402.487 unità, con un deciso rafforzamento della tendenza positiva avviata nel trimestre precedente che ha portato al recupero di 38.324 addetti (+2,8 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2020.

Al contrario, prosegue, seppure attenuata, la tendenza negativa per gli addetti indipendenti, che sono scesi a 331.683 con una perdita di 2.801 unità (-0,8 per cento).

I macrosettori

La crescita dell’occupazione non è stata omogenea rispetto ai vari settori di attività economica.

Il dato trimestrale tendenziale regionale è stato determinato dal settore dei servizi dove gli addetti sono saliti a 1.021.965 con un buon recupero di 28.840 unità (+2,9 per cento) rispetto allo stesso trimestre del 2020.

L’incremento è derivato dall’insieme degli altri servizi diversi dal commercio, che si sono portati a quota 737.899 il nuovo livello massimo mai rilevato, con un ulteriore balzo di ben 31.137 unità (+4,4 per cento). Viceversa nell’insieme del commercio si è registrata una perdita di occupazione (-2.297 unità, -0,8 per cento), e gli addetti sono scesi a 284.066: il dato deriva dalla riduzione sia nel dettaglio (-1.868 addetti -1,3 per cento), che nell’ingrosso (-334, -0,3 per cento).

Dove c’è aumento 

Nel terzo trimestre 2021 il recupero degli addetti regionali complessivi è stato determinato dall’eccezionale boom nel complesso dell’aggregato del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese che è salita di quasi un quinto (+23.342 unità, +19,2 per cento), ciò è avvenuto grazie al contemporaneo tumultuoso incremento degli addetti nelle attività di ricerca, selezione, fornitura di personale (+12.397 dipendenti, +30,2 per cento), giunti a quota 53.498, trainati dalla decisa ripresa dell’attività produttiva generale, e con l’apporto della eccezionale crescita nei servizi per edifici e paesaggio – ovvero pulizie e giardinaggio – (9.670 unità, +19,9 per cento) salita ai massimi e sostenuta dalle esigenze di sanificazione imposte dalla pandemia.

Ben altro ritmo hanno avuto i recuperi degli addetti negli altri settori dei servizi.

Si è assistito a un solido recupero nel trasporto e magazzinaggio (+2.316 unità, +2,2 per cento). e nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.081 addetti, +4,2 per cento), nei servizi di informazione e comunicazione (+1.940 addetti, +4,5 per cento).

Un segnale positivo è giunto dall’incremento degli addetti dei servizi di ristorazione e alloggio (+1.661 addetti, +1,0 per cento), derivante però dalla compensazione tra una più contenuta discesa nel primo comparto (-1.428 addetti, -1,1 per cento) e un notevole aumento nel secondo (+3.089 unità, +9,6 per cento).

Ancora l’occupazione è aumentata nella sanità e assistenza sociale (+1.517 unità, +2,5 per cento), nelle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+846 unità, +3,2 per cento), ed è salita in termini più contenuti, ma rapidamente nell’istruzione (+4,2 per cento).

Il caso costruzioni

Il recupero degli addetti è derivato, in misura minore, dalle costruzioni. Qui con l’avvio della ripresa, si è rafforzata la crescita degli occupati tra luglio e settembre 2021 (+3,3 per cento, +4.402 unità) rispetto allo stesso trimestre del 2020, risalendo fino a quota 138.922 a un passo dal massimo toccato alla fine 2019. L’incremento è stato determinato dai dipendenti saliti di 1.382 unità nelle imprese dedite alla costruzione di edifici e di 2.746 unità nelle imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati.

Luci e ombre nell’industria

Tra i settori in difficoltà, quello delle altre attività dei servizi che perde 2.099 addetti (-4,8 per cento) specie per i servizi alla persona (-2.070 dipendenti, -9,4 per cento) e finanziari (- 1.745 unità, -5,1 per cento).

Nel trimestre in esame, la consistenza degli addetti dell’industria è scesa molto lievemente a quota 492.433 (-487 unità, -0,1 per cento).

Riguardo alle sezioni di attività economica, l’incremento più sostanziale si è avuto nell’industria alimentare (+2.752 addetti, +4, per cento), e con numeri inferiori nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto (+980 addetti, +21,5 per cento). Seguono le attività di riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+929 unità, +5,5 per cento), e fabbricazione di prodotti in metallo (-866 addetti, +1,1 per cento).

I segnali negativi arrivano dalle confezioni (-1.019 addetti, -4,7 per cento) e pelletteria (-247 addetti, -3,9 per cento): nonostante l’andamento positivo nel tessile, si è avuta quindi una riduzione nelle industrie della moda (- 1.169 addetti). Lieve la perdita nella fabbricazione di macchinari e apparecchiature (688 addetti, -0,7 per cento).

Sorprende la sostanziale contrazione dell’occupazione nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici (-505 addetti, -10,2 per cento). Non invece la flessione nell’industria della ceramica, del vetro e dei materiali da costruzione (-457 addetti, -1,6 per cento), settore andato incontro a una difficile congiuntura a seguito dell’aumento del prezzo del gas e dell’energia. Infine, l’occupazione in agricoltura, caratterizzata da forti oscillazioni stagionali, è salita a quota 80.850 con un incremento tendenziale più contenuto (+2.768 unità, +3,5 per cento).