Al 31 dicembre scorso le imprese attive femminili erano 84.6826, pari al 21,2 per cento del totale delle imprese regionali, con una leggera flessione rispetto alla fine del 2018 (-324 unità, pari a un -0,4 per cento). Ancora una volta è andata peggio per le imprese non femminili che accusano una flessione più ampia (-0,9 per cento, -2.749 unità).
È quanto risulta dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Da tempo la demografia delle imprese mostra un andamento migliore a livello nazionale.
In particolare, le imprese “in rosa” sono aumentate in sei regioni e in Italia sono solo lievissimamente diminuite (-0,1 per cento). L’incremento è stato più rapido in Trentino-Alto Adige (+2,0 per cento). Nelle regioni con le quali l’Emilia-Romagna più spesso si confronta, le imprese femminili risultano in aumento dello 0,5 per cento in Lombardia e dello 0,1 per cento in Veneto, mentre si riducono in Toscana (-0,4 per cento) e in Piemonte (-0,6 per cento).
I settori di attività economica. La leggera flessione della consistenza delle imprese femminili deriva dalla composizione di tendenze ampiamente divergenti. Da un alto, quella positiva dell’insieme degli altri servizi, escluso il commercio (+662 unità, +1,7 per cento) e dall’altro, quella negativa derivante dalla riduzione della base imprenditoriale nel commercio (-507 unità, -2,3 per cento), determinata dal solo dettaglio, e nell’agricoltura (-386 unità, -3,1 per cento), mentre la consistenza delle imprese flette in misura minore nell’industria (-1,2 per cento) e nelle costruzioni resta stabile.
La forma giuridica. La leggera flessione delle imprese femminili ha solo contenuto la crescita delle società di capitale che continuano a aumentare rapidamente (+466 unità, pari a un +3,1 per cento) anche per effetto dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata, che contribuisce alla sensibile riduzione delle società di persone (-337 unità, -2,7 per cento), alla quale si affianca una più lenta, ma più ampia flessione delle ditte individuali (-0,8 per cento, -448 unità). Le cooperative e i consorzi fanno registrare anch’esse una leggera contrazione (-0,4 per cento).