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Coldiretti su cimice asiatica e dazi

“Accogliamo con favore la decisione della Regione Emilia Romagna che con la delibera 93 del 21/01/2020 ha dato il via alla delimitazione delle zone colpite dalla cimice asiatica, passo fondamentale per mettere in moto il processo di risarcimento delle aziende che hanno subito questa vera e propria calamità”. Con queste parole Coldiretti Emilia Romagna ha commentato la decisione della Regione di far partire un iter del quale la stessa associazione ha sottolineato più volte l’indispensabilità. Solo una settimana fa, da Fieragricola, a Verona, i vertici di Coldiretti avevano ospitato sul palco della manifestazione contro la cimice il Ministro Bellanova, assieme ai governatori delle regioni interessate, fra i quali il presidente Stefano Bonaccini.

La cimice asiatica ha devastato i campi e i frutteti di 48mila aziende in Italia con un danno che supera i 740 milioni di euro a livello nazionale. Nella nostra regione – fa sapere Coldiretti Emilia Romagna – ha causato lo scorso anno 270 milioni di danni. “Si tratta del 36% del dato nazionale” ha detto il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli.
“Per questo motivo – continua Bertinelli – consideriamo un primo passo estremamente positivo quello del via alla delimitazione delle aree colpite e guardiamo avanti: è necessario procedere il prima possibile a fornire sostegni adeguati che consentano alle aziende agricole di sopravvivere all’assedio del pericoloso insetto, sia in termini di fondi che di lotta biologica con l’introduzione dell’antagonista”.​

 

Bene il fronte trasversale per i riso Made in Italy contro le importazioni a dazio zero dalla Cambogia e dal Myanmar. Lo afferma Prandini nel commentare l’iniziativa promossa dall’eurodeputato Paolo De Castro con 32 eurodeputati italiani al di forze politiche diverse che dopo le preoccupazioni e le sollecitazioni di Coldiretti hanno inviato una interrogazione prioritaria all’Esecutivo Ue affinché anche il riso rientri tra i prodotti che vedranno ristabilito il dazio standard con i due paesi asiatici.

La Commissione europea infatti dopo aver accertato ripetute violazioni di diritti umani, civili e del lavoro in Cambogia ha proposto di revocare le concessioni Eba (dazio zero per tutte le importazioni nell’Ue salvo le armi) ad alcuni prodotti provenienti dal Paese asiatico, per assoggettarli a dazio all’import. L’esecutivo UE, però – sottolinea la Coldiretti – non ha inserito il riso nella lista. “Una scelta inaccettabile” scrivono gli eurodeputati.

“Non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire con agevolazioni  le importazioni lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale ed è invece necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “viste le gravi condizioni sociali e ambientali è necessario attivare al più presto la sospensione del regime agevolato EBA per la Cambogia, oltre che accelerare nella procedura di indagine su Myanmar che si auspica possa portare alla stessa conclusione”.

La Commissione – spiega la Coldiretti – potrebbe decidere la sospensione del regime EBA, e i prodotti a cui si applicherebbe, entro il 12 febbraio, giorno che segue la fine del periodo di un anno dall’apertura della procedura di indagine da parte dell’UE, ripetutamente sollecitata da Coldiretti. Parlamento e Consiglio avranno poi due mesi di tempo per dare il proprio parere prima dell’entrata in vigore definitiva delle tariffe doganali, non prima del prossimo agosto 2020.

L’Italia è il principale produttore di riso in Europa e su un’area di 220mila ettari – conclude la Coldiretti – 4mila aziende agricole italiane raccolgono 1,40 milioni di tonnellate di riso all’anno pari a circa il 50% dell’intera produzione UE, con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.