Il teatro contro i pregiudizi. Torna con una seconda edizione il progetto “Movimenti. Teatri della salute”, che coinvolge le compagnie teatrali operanti nei diversi Dipartimenti di Salute mentale dell’Emilia-Romagna. Si tratta di un vero e proprio cartellone con 16 spettacoli e performance che diventano parte integrante delle stagioni dei teatri e dei locali aderenti all’iniziativa, per una loro valorizzazione sia sotto l’aspetto sociale che culturale.
Protagoniste sono 9 compagnie, composte principalmente da persone con sofferenze mentali, che portano in scena il proprio lavoro di attori grazie al coordinamento di Ater di Modena e del Centro Diego Fabbri di Forlì. Il cartellone si concluderà nel maggio 2020. Il prossimo appuntamento sarà al Salone Snaporaz di Cattolica (Rn), il 10 dicembre, con lo spettacolo dal titolo “I figli sono figli”, tratto da Eduardo De Filippo e realizzato con la compagnia Il Dirigibile e il Dipartimento di Salute Mentale di Forlì e con la rivisitazione, riduzione e regia di Michele Zizzari.
L’incontro fra l’arte teatrale, la lotta al pregiudizio, la percezione sociale della malattia mentale e la ricerca di innovazione nel campo della riabilitazione e dell’inclusione sociale hanno dato vita ad un coordinamento delle esperienze teatrali promosse dai Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Emilia Romagna. Attraverso il teatro è stato possibile iniziare un’importante azione che ha favorito la costruzione di un terreno comune e di co-progettazione fra ‘il sanitario’ e ‘il culturale’.
L’Assessorato alla Cultura, Politiche giovanili e Politiche per la legalità e l’Assessorato alle Politiche per la salute hanno sottoscritto un protocollo d’intesa, nel 2016, con i rappresentanti dell’Istituzione Minguzzi e dell’Associazione Arte e Salute Onlus, a seguito del quale il progetto ha avuto un nuovo slancio con la circuitazione in diversi teatri dell’Emilia-Romagna.
“Il teatro offre una testimonianza forte- afferma l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti- sulla possibilità delle persone di essere ‘altro’ rispetto al pregiudizio veicolato dalla malattia, e lo fa mostrando il talento artistico e la capacità di coinvolgere il pubblico da parte di attori che hanno vissuto la sofferenza, trasformandola in potenzialità e possibilità di fare cultura. Le diverse performance promuovono una cultura condivisa e di tutti, attivando processi di collaborazione tra teatri, compagnie e spettatori, creando un percorso innovativo e originale. Un’iniziativa premiata anche dal pubblico che partecipa sempre più numeroso agli spettacoli e realizza un nuovo senso di cittadinanza. Le stagioni teatrali regionali ospitano inoltre le produzioni realizzate dalle compagnie all’interno della loro offerta artistica, generando welfare culturale e integrazione”.
L’iniziativa, promossa e sostenuta dai due assessorati regionali alla Cultura e alla Sanità, è coordinata da Ater di Modena e dal Centro “Diego Fabbri” di Forlì.