Un trend in continuo aumento, quello della base imprenditoriale estera in Emilia-Romagna. Che continua, anche se rallenta, come accade per questa tipologia di aziende pure a livello nazionale. Al 30 settembre, in Emilia-Romagna, le imprese attive straniere risultano essere 49.099 (il 12,2 per cento del totale) con un aumento in un anno di 937 unità, pari a +1,9 per cento. Continuano invece a ridursi le imprese di nati in Italia (-1,1 per cento). Nel Paese, la crescita delle imprese straniere (quasi 547 mila, pari al 10,6 per cento del totale) risulta analoga (+1,9 per cento), mentre la diminuzione delle altre imprese è più lenta (-0,5 per cento). Queste sono le principali evidenze della ricerca effettuata dal centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna sulla base dei dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
La mappa dell’imprenditoria straniera mette in luce come l’Emilia-Romagna sia l’undicesima regione per crescita e, rispetto alle altre regioni leader con cui si confronta, la dinamica sia più rapida in Veneto (+2,7 per cento) e più contenuta in Lombardia (+1,5 per cento). Le imprese straniere diminuiscono solo in Calabria.
Scendendo nel dettaglio, riguardo ai settori di attività economica, l’ambito servizi, con 693 imprese in più, cresce del 2,8 per cento. Qui la tendenza non deriva tanto dal lieve aumento nel commercio (+34 imprese, +0,3 per cento), quanto dal più rapido e ampio incremento nell’aggregato degli altri servizi diversi (+659 imprese, +5,1 per cento). Rallenta ulteriormente la base imprenditoriale estera dell’industria (+1,2 per cento, +61 unità), e delle costruzioni (+0,9 per cento, 153 unità). Infine, si conferma elevata la crescita in agricoltura (+4,0 per cento), pur essendo un settore ancora marginale per le imprese estere.
La forma giuridica. La spinta alla crescita deriva dalle società di capitale (+663 unità, +13,6 per cento), sostenute dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata. Questa ha avuto, invece, effetti negativi sulla consistenza delle società di persone (-0,3 per cento). Nonostante un sensibile rallentamento, il secondo contributo alla crescita viene dalla dinamica delle ditte individuali (+289 unità, +0,7 per cento). Invece, diminuiscono le cooperative e i consorzi (-0,8 per cento).