Intercettare prima il disagio, rafforzando i servizi territoriali. La Giunta regionale ha approvato la ripartizione fra le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna di 38 milioni di euro per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle persone con patologie psichiatriche, disturbi mentali e disagi psichici, e altri legati al comportamento alimentare o alle difficoltà di apprendimento nei giovani e giovanissimi. Risorse specifiche che vanno ad aggiungersi a quelle già previste ordinariamente dalle Ausl.
Le ha stanziate la Regione per il 2019 nell’ambito del “Piano attuativo di Salute mentale e superamento degli ex Ospedali psichiatrici”. Fondi che serviranno a finanziare, da Piacenza a Rimini, interventi socio-sanitari per la salute mentale. Destinatari, appunto, persone che soffrono di patologie o disagi psichici, pazienti dimessi dagli ospedali psichiatrici e da quelli psichiatrico-giudiziari, ragazzi e ragazze affetti da autismo, con disturbi come anoressia e bulimia o giovani che presentano difficoltà nell’apprendimento.
“Con questo ingente impegno finanziario la Regione conferma il proprio impegno nel garantire servizi sempre più qualificati e incisivi nel campo della salute mentale, dalla prevenzione alla diagnosi, alla cura- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Un piano di interventi che poneparticolare attenzione verso bisogni assistenziali sempre più diffusi soprattutto tra i più giovani, perché la vera sfida non è solo trattare il disagio quando è conclamato, ma rintracciarlo già nelle sue forme più precoci”.
Gli interventi finanziati
La maggior parte delle risorse, 34,7 milioni di euro, è destinata al “Fondo per l’autonomia possibile” finalizzato a interventi di assistenza socio-sanitaria e percorsi terapeutico-riabilitativi dei pazienti affidati ai Centri di Salute mentale, delle persone dimesse dagli ex ospedali psichiatrici e psichiatrico-giudiziari e dalle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), specializzate nella cura delle persone affette da disturbi mentali e sottoposte a regimi detentivi.
340 mila euro sono poi riservati all’assistenza residenziale delle persone con disturbi del comportamento alimentare, alla quale la Regione ha dedicato un’attenzione particolare istituendo il programma “Disturbi del comportamento alimentare-Rete residenziale”. Due le strutture accreditate in regione: “In Volo” a Parma e “Residenza Gruber” a Bologna. Ancora in materia di disturbi del comportamento alimentare, 480 mila euro sono destinati all’assistenza dei pazienti più giovani, tra 12 e 25 anni.
400 mila euro sono riservati al programma “Esordi psicotici” finalizzato a ottimizzare il sistema di riconoscimento e trattamento precoce delle persone, adolescenti e giovani adulti, ad alto rischio di psicosi. Infine, 550 mila vanno al “Programma regionale operativo per disturbi specifici di apprendimento” (diagnosi e presa in carico di pazienti residenti di età compresa tra 6-18 anni) e 280 mila per quello “Disabilità intellettive” rivolto a bambini e adolescenti tra 0 e 17 anni di età.
Oltre un milione di euro la cifra che finanzia il “Programma autismo” per l’assistenza territoriale delle persone con disturbo dello spettro autistico; la somma viene ripartita in relazione alla popolazione residente nella fascia 0-17 anni al 1^ gennaio 2019. Tale somma si aggiunge a quanto assegnato alle Aziende sanitarie nel 2019 (2 milioni di euro) per l’aumento delle attività in fase di intercettazione del disturbo e di presa in carico nella fascia di età 0-6 anni.
Ripartizione delle risorse per Azienda sanitaria
Questa la ripartizione dei fondi tra le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna: 6,8 milioni di euro all’Ausl di Bologna, 6,3 milioni Ausl Romagna; 5,9 milioni Ausl Parma; 4,5 milioni Ausl Reggio Emilia; 4,3 milioni Ausl Ferrara; 4 milioni Ausl Modena; 3,2 milioni Ausl Imola e 3 milioni Ausl Piacenza./