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Grandinate e trombe d’aria, da domani il via alla ricognizione dei danni pubblici e privati per la richiesta al Governo di emergenza nazionale

In Emilia-Romagna riparte la conta dei danni. Dopo l’ondata di maltempo di ieri pomeriggio-sera con la grandinata eccezionale che ha colpito in particolare il modenese e il bolognese, con danni anche nel reggiano, e la tromba d’aria in Romagna, da domani mattina i tecnici dei servizi territoriali della Protezione civile regionale inizieranno la ricognizione dei danni pubblici e privati, in raccordo con i Comuni interessati e i Vigili del fuoco. Entro la settimana tutta la documentazione sarà inviata a Roma per la richiesta di un nuovo stato di emergenza nazionale, dopo quello del mese scorso.

Un quadro, quello di ieri, che ha visto impegnati volontari e Vigili del fuoco in 167 interventi – 50 a Bologna, 60 a Modena, 48 a Reggio Emilia, 3 a Parma e 68 a Ravenna – e l’intervento del 118 per 30 feriti, per fortuna in modo lieve (10 a Modena e 20 a Bologna).

I fenomeni, che si sono conclusi tutti nella nottata, hanno provocato allagamenti, ritardi nel trasporto ferroviario, caduta di alberi, rottura di vetri delle case e parabrezza delle auto.

“Ancora una volta la nostra regione è stata colpita da eventi meteorici eccezionali- afferma l’assessore regionale alla Protezione civile, Paola Gazzolo- e di nuovo ha dimostrato l’efficienza della macchina dei soccorsi, dai volontari ai Vigili del fuoco, ai collaboratori della Protezione civile regionale e comunale, alle forze dell’ordine fino al personale sanitario del 118, che voglio ringraziare pubblicamente. Ieri, nell’emergenza, insieme al presidente Bonaccini abbiamo tenuto aggiornato costantemente il capo dipartimento della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, che è già informato dell’avvio della ricognizione dei danni propedeutica alla nuova richiesta di emergenza nazionale. Come sempre, non perderemo tempo ed entro la settimana- chiude Gazzolo- invieremo al Governo un quadro dettagliato della situazione”.

E gravi danni si sono registrati anche per l’agricoltura, in particolare il grano, gli alberi da frutto e i vigneti dal reggiano al faentino.

“Chiederemo al Governo lo stato di calamità- precisa l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- e avvieremo immediatamente la delimitazione delle aree colpite ai fini previdenziali, degli ammortizzatori sociali e del rinvio delle rate dei finanziamenti bancari. La situazione è molto grave anche perché si aggiunge ai gravi danni di maggio che avevano già superato, secondo le prime stime, i 60 milioni di euro. Il cambiamento climatico, lo ripetiamo sempre, sta rendendo sempre più frequenti i fenomeni estremi: occorre una diffusione massiccia della cultura associativa (i fondi comunitari coprono il 70% dei premi) e la nostra Regione- chiude Caselli- sta investendo da anni risorse importanti in progetti di innovazione che stanno mettendo a punto metodi nuovi di difesa passiva, ma soprattutto buone pratiche, già sperimentate in campo, per la mitigazione e l’adattamento”.